
La Fondazione Ambrosetti Arte Contemporanea, dopo il ciclo di conferenze dedicato agli anni Cinquanta e Sessanta, argomento della stagione artistica 1999 – 2000, intende proseguire l’indagine sui movimenti del secondo dopoguerra concentrandola sui decenni Settanta e Ottanta.
Con un’introduzione storico-critica e l’intervento di alcuni protagonisti dei due decenni, s’intende mettere a fuoco un momento di particolare importanza per la storia dell’arte del Ventesimo secolo e sottolineare il passaggio avvenuto dalle neoavanguardie al postmoderno.
Le neoavanguardie degli anni Settanta (Minimal Art, Land Art, Conceptual Art, Arte Povera, Iperrealismo), introdotte nella seconda metà del decennio precedente, radicalizzano ulteriormente la posizione dell’arte moderna, che sempre meno sembra concedere all’immagine e sempre più prosegue in una direzione prettamente teorica.
Il clima degli anni Settanta è pervaso da un assoluto rigore nei confronti dell’immagine (la pittura sembra scomparsa), da una totale concettualizzazione della forma artistica (“arte è arte” di Kossuth o le esperienze di Art & language), da una particolare attenzione nei confronti dei fenomeni naturali e del territorio (Arte Povera, Land Art) e dalla ripresa di alcune istanze psicanalitiche che prendono forma nelle performances (Body Art).
Gli anni Ottanta, invece, introdotti già alla fine degli anni Settanta, si caratterizzano attraverso un clima culturale che investe non solo l’arte, ma anche la filosofia, l’architettura, il design, la moda, l’economia, la comunicazione di massa e sono definiti gli anni del Postmoderno.
Il Postmoderno mette in discussione i valori certi e consolidati della modernità sostituendoli con concetti e forme sempre più provvisori e soggettivi.
In arte, come in tutte le altre discipline, si assiste ad un proliferare di movimenti (Transavanguardia, Nuovi Nuovi, New Image, Nuovi Selvaggi, Graffitisti, etc.) che mette in atto un recupero delle tecniche tradizionali dell’arte (disegno, pittura, scultura), rivisitando le immagini della storia dell’arte del passato ma sovvertendone le finalità e utilizzando uno sguardo che passa attraverso i media.